Giovedì 29 gennaio 2015 alle ore 10.30 presso l’Auditorium Santa Margherita di Venezia si è tenuta la lezione inaugurale della IX Edizione del Master in Cultura del Cibo e del Vino, made in Ca’ Foscari.
L’evento si è aperto con i saluti da parte delle Autorità: il Magnifico Rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Michele Bugliesi e la Professoressa Christine Mauracher, direttrice del Master e docente di Economia, Management e Marketing dei sistemi agro-alimentari.
La prima parte della mattinata è stata dedicata alla descrizione della proposta formativa: il Master si rivolge innanzitutto a laureati che intendano acquisire o arricchire conoscenze o competenze nel settore agroalimentare ed enogastronomico in un’ottica di valorizzazione e promozione dei prodotti, ma anche a professionisti del settore che vogliano perfezionare conoscenze specifiche legate alla cultura del cibo e del vino. Per quanto riguarda la figura professionale formata dal Master, essa è idonea ad inserirsi in varie tipologie di aziende, enti pubblici o privati del sistema agroalimentare con funzioni di Marketing Manager piuttosto che Event Manager o ancora Esperto o Consulente nell’ambito della valorizzazione e promozione all’estero del cibo e del vino Made in Italy.
Attraverso un approccio multidisciplinare, il masterino acquisirà conoscenze e competenze in marketing e comunicazione, organizzazione e gestione di eventi, progettazione di sistemi di ospitalità, strumenti operativi e tecniche innovative coniugando elementi di storia, geografia, antropologia, economia, legislazione e analisi sensoriale. Il Master intende inoltre promuovere visite aziendali e prevede uno stage formativo obbligatorio con l’obiettivo di inserire più facilmente la risorsa nel mondo del lavoro. Ampio spazio è stato poi lasciato agli altri importanti speaker della giornata.
Il primo intervento è stato condotto dalla Professoressa Giovanna Trevisan, anche lei docente di Ca’ Foscari e parte del Consiglio di Presidenza della SIAE. La professoressa ha sottolineato l’importanza dello studio del mondo agrario ed agro-alimentare soprattutto nel nostro Paese ed ha poi introdotto il successivo ospite, il Professor Paolo De Castro, che ha tenuto una Lectio Magistralis sul tema “Expo 2015: la grande sfida del cibo”.
Il Professor De Castro, presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale e docente presso l’Università degli Studi di Bologna, è intervenuto in maniera estremamente puntuale toccando temi cruciali ai nostri giorni e focalizzandosi sul tema del cibo e sulla sfida che questo enorme mercato deve affrontare. Oggi viviamo in un mondo in cui la popolazione aumenta continuamente e, di conseguenza, anche la domanda di cibo. La terra coltivabile per soddisfare questa fame è però ormai esaurita. L’unica soluzione al problema rimane quella di investire in ricerca per ottimizzare la produzione delle terre coltivabili e per rendere coltivabili anche i terreni meno fertili.
“I due unici, soli e veri, motivi per cui si combattono le guerre sono cibo e acqua: diamo a tutti cibo e acqua e non ci saranno più guerre”
Questa è, conclude il Professor De Castro, la grande sfida dei nostri giorni.
In seguito, si è aperta la cosiddetta Tavola Rotonda sul tema: “Internazionalizzazione del Sistema Agroalimentare Italiano: esperienze e prospettive”, un dibattito con tanto di moderatore, Antonio Boschetti, direttore di “L’Informatore Agrario” e con ospiti di rilievo quali: Giovanni Rana, fondatore del Gruppo Pastificio Rana, Antonio Auricchio, Presidente dell’omonima azienda casearia ed infine Andrea Sartori, Presidente della casa vinicola Sartori di Verona.
Nonostante le differenti realtà in cui operano i tre speaker e che quindi comportano inevitabili discrepanze in termini di mercato, tutti si sono trovati d’accordo nel sottolineare l’importante ruolo che l’Italia può ancora giocare nel mondo, grazie al grande valore del prodotto italiano. I nostri prodotti non possono essere competitivi nel prezzo; bisogna allora puntare sull’eccellenza nella qualità, sull’originalità, sul vendere insieme al prodotto lo stile italiano, la storia, la cultura e l’esperienza italiana per giustificare il Premium Price che le nostre migliori aziende richiedono.
“Fare della qualità una bandiera”
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario fare della qualità una bandiera dall’inizio alla fine del processo produttivo ed essere poi in grado di comunicare questo valore aggiunto all’estero. Il vantaggio competitivo dell’Italia non sta soltanto nel Made in Italy delle materie prime utilizzate per i prodotti ma soprattutto nel Made In Italy dell’arte della trasformazione, della capacità manuale e manifatturiera dei nostri artigiani, che pochi altri Paesi hanno saputo mantenere nel tempo e che tutti ci invidiano.
I tre imprenditori hanno poi sottolineato come in Italia siamo molto bravi ad evidenziare solo i nostri difetti, ciò che invece non facciamo mai è mostrare al mondo le meravigliose realtà delle nostre imprese artigiane che lottano ogni giorno in un mercato globale sempre più competitivo e proprio grazie al loro essere italiani, riescono ad uscirne vincenti.
In quest’ottica, l’agro-alimentare è sicuramente uno dei settori che ci rappresenta meglio e uno di quelli su cui puntare. Il messaggio trasmesso dai tre ospiti è stato quindi estremamente positivo ed incoraggiante, soprattutto per i 31 masterini che a breve inizieranno questa nuova avventura.