La Crisi dei Mutui Subprime: era possibile prevederla? Cosa si può fare per evitare altre crisi in futuro?
Per la maggior parte dei miei colleghi, la famigerata “Fase Tesi” è un periodo decisamente drammatico, che conclude spesso in salita già turbolente carriere accademiche. Il mio caso è stato certamente più sereno, poiché ho potuto scegliere un argomento che mi appassionava e sono riuscito a farmi supportare da un relatore che, condividendo il mio interesse, mi ha appoggiato in toto, ispirandomi e rendendo l’esperienza molto più stimolante e gratificante.
La scelta del tema nacque non solo dal mio interesse per la finanza, ma anche dalla visione del film “Wall Street: il denaro non dorme mai”, che mi coinvolse e mi motivò ancor di più ad approfondire l’argomento. Per questa ragione mi sento di consigliare a tutti di seguire sempre i propri interessi e le proprie passioni, per la tesi come per ogni frangente della propria vita, per lavorare con maggior piacere, impegno e soddisfazione, ottenendo quasi sempre ottimi risultati.
L’analisi della Crisi dei Mutui Subprime si è sviluppata in quattro fasi, che rispecchiano poi i capitoli del mio lavoro.
Studiai e analizzai inizialmente i suoi fatti salienti, le cause e le influenze avute sull’economia reale, nonché il ruolo giocato da fattori più psicologici che razionali nel suo evolversi. Provai a capire se e come avremmo potuto prevederla e infine ricercai soluzioni e stratagemmi che potessero migliorare l’attuale situazione delle istituzioni finanziarie, al fine di evitare crisi future.

La mia speranza era che la crisi attuale potesse divenire un’occasione di riflessione, di valutazione, di discernimento; che potesse trasformarsi nel presupposto necessario per un miglioramento, nella scintilla di una rinascita, una volta imparato dagli errori del passato. Quella che ormai possiamo definire “La seconda Grande Contrazione del 2008”, infatti, non fu per nulla un imprevedibile “cigno nero”, ma fu un comune “cigno bianco”, con elementi molto simili ad altre crisi storiche. Grazie al contributo delle opere di Shiller, Akerlof, Reinhart e Rogoff, Sorkin, Andrew W. Lo, Gary Gorton, Andrew Metrick, Ivashina e Scharfstein e con un occhio anche ai lungometraggi di Oliver Stone e Michael Moore, infatti, potei dimostrare che vi era un’enorme quantità di somiglianze tra i fatti salienti che hanno contraddistinto la Crisi dei Mutui Subprime e quelli che precedettero le più grandi crisi finanziarie del passato, comprese le famose Big Five.
Giunsi così ad individuare i migliori e più attendibili segnali premonitori di una crisi finanziaria:
- Aumenti dei prezzi reali delle case.
- Variazioni del tasso di cambio reale.
- Rapporto degli afflussi di capitale a breve termine sul Pil.
- Rapporto tra il saldo delle partite correnti e gli investimenti.
- Aumenti dei prezzi reali delle azioni.
- Rallentamento dell’attività produttiva.
- Liberalizzazione eccessiva e innovazioni finanziarie.
Questi particolari segnali d’allarme, ricorrenti nelle varie crisi analizzate, si dimostrarono i più utili per evitare di ricadere nei soliti errori di valutazione e nelle loro drammatiche conseguenze.
Tutte le crisi di cui si parla nel mio lavoro erano certamente inevitabili, ma potevano essere gestite molto meglio, se si fosse stati meno convinti dell’invulnerabilità del sistema finanziario. Per cambiare le cose, bisogna provvedere innanzitutto a monitorare meglio l’indebitamento pubblico, consci che gli afflussi di capitale potrebbero arrestarsi all’improvviso; e dovranno essere implementate numerose migliorie istituzionali, per potenziare il mercato finanziario e renderlo meglio organizzato e più sicuro, trasparente e democratico.

Tutte le indicazioni fornite dagli autori citati sono già state più volte ignorate e sottovalutate in passato e lo saranno ancora in futuro, se non miglioreremo al più presto le istituzioni e il loro modo di agire. Ovviamente, non ci sarà mai possibile sapere la data esatta in cui una bolla scoppierà, né potremo sapere quanto grave sarà una crisi incombente, ma non dovremo ignorare mai queste avvisaglie, come invece fanno con leggerezza e superiorità i policy makers, pensando ogni volta che le vecchie regole di valutazione siano superate e ormai non più valide. Debitori, creditori, studiosi ed opinione pubblica hanno dimostrato anche prima di quest’ultima crisi di avere la memoria corta e di soffire della sindrome del “Questa volta è diverso!”.
E’ importantissimo smettere di inebriarci dei successi ottenuti grazie alle bolle di credito e ricordarci di pensare sempre che, questa volta, invece, è esattamente come tutte le altre.
Concludo citando cit. Gordon Gekko da “Wall Street 2; Il denaro non dorme mai, 2010”
“Siete nella cacca fino alle orecchie. Ancora non ve ne rendete conto, ma siete la generazione dei tre niente: niente lavoro, niente reddito, niente risorse. Davvero un gran bel futuro.
Qualcuno mi ha ricordato, qualche sera fa, che una volta ho detto che l’avidità è giusta. A quanto pare è diventata legge. Perché, vedete, è l’avidità che spinge il mio amico barista a comprare tre case, che non può permettersi, senza dare l’anticipo. Ed è l’avidità che spinge i vostri genitori a chiedere un mutuo di 250000 dollari sulla casa che ne vale 200 e con quei 50 correre al centro commerciale a comprare la tv al plasma, l’ultimo cellulare, il computer, e già che ci sono anche il Suv. E, perché no, anche la seconda casa! In effetti, conviene. Insomma, lo sappiamo tutti che il prezzo delle case in America sale sempre. Giusto? Ed è l’avidità che ha spinto il nostro governo a ridurre il tasso d’interesse all’1% dopo l’11 settembre, perché tornassimo tutti a fare shopping.
E hanno inventato tante belle siglette per mascherare il grande debito: Cmo, Cdo, Siv, Abs… Scommetto che ci sono al massimo 75 persone in tutto, al mondo, che sanno che cosa sono. Beh, adesso ve lo dico io. Sono solo delle ADM: Armi di Distruzione di Massa. Ecco che cosa sono.
Mentre ero dentro, mi è sembrato che l’avidità sia diventata ancora più avida e con l’aggiunta di un pizzico d’invidia. I signori degli Hedge Fund se ne andavano a casa con 50, 100 milioni di dollari l’anno, così anche il banchiere si guarda intorno e dice “Mica sono l’ultimo imbecille” e comincia a usare la leva finanziaria sugli interessi sino a 40, 50 a 1, con i vostri soldi, non con i suoi. Con i vostri. E glielo lasciano fare, tanto siete voi che avete fatto il mutuo. E il bello della faccenda è che nessuno è responsabile.
Il fatto è che crediamo tutti alla stessa favola.
L’anno scorso, signore e signori, il 40% di tutti i profitti societari americani era costituito da proventi finanziari, non dalla produzione o da qualcosa che avesse comunque a che fare con le necessità delle persone.
La verità è che ci siamo tutti dentro: banche, consumatori, tutti muoviamo la giostra dei soldi. Prendiamo un dollaro, lo pompiamo di steroidi e lo chiamiamo ‘leva finanziaria’. Io, invece, lo chiamo ‘finanza dopata’. Ero considerato un uomo piuttosto sveglio nel mio ambiente, e forse sono stato dentro troppo a lungo, però la prigione può anche essere una salvezza. Guardi oltre le sbarre e dici: “Hey, ma là fuori sono diventati tutti matti?”. È chiaro come il sole. Basta fare un po’ di attenzione. La madre di ogni male di oggi è la speculazione. Il debito indotto.
In conclusione, il vero nemico è il prestito. È ora di riconoscere che è un biglietto sicuro per la bancarotta, senza ritorno: è sistemico, maligno ed è globale… Come il Cancro. È una malattia, e dobbiamo combatterla.”