Mercoledì 24 aprile 2015 si è tenuto a Milano il #SASForumMilan, l’evento annuale sui big data organizzato da SAS, una delle maggiori società di business analytics. La convention, che ha ospitato più di 1500 partecipanti da tutto il mondo, ha proposto nella sessione plenaria diversi interventi durante i quali i dati sono stati paragonati alla sabbia: i big data sono infatti una materia semplice e disponibile a tutti, che può suscitare emozioni sia positive che fastidiose e insidiose, come ha spiegato nella sua introduzione Emanuela Sferco (SAS Regional Marketing Director).
Accompagnate dalla band Note Di Sabbia, le live performances della sand artist Gabriella Compagnone hanno intervallato i vari interventi inaugurati da Marco Icardi (Vicepresidente Central East Europe per SAS), che ha sottolineato come al giorno d’oggi sia importante avvicinare utenti e produttori passando dal possesso all’esperienza del prodotto e operando un “salto di pensiero” con un nuovo approccio culturale, usando poche risorse in maniera oculata e con intelligenza analitica affrontando così le difficoltà con competenze specifiche. A questa necessità di un nuovo percorso si è collegato anche Massimo Delledonne, professore di genetica a Verona, spiegando come sia difficile ma importante gestire la grande mole di big data contenuta nel nostro DNA per favorire la prevenzione, che oggi può essere sostenuta dai nuovi strumenti informatici.
L’intervento successivo ha visto Giovanni Bossi, CEO di Banca IFIS, sviluppare il tema della conoscenza: “in un’azienda responsabile non si possono ignorare i dati, è necessario combattere per la creazione di una cultura ed un ambiente che li elaborino nel modo migliore”. Infatti, “se il dato è disseminato, il dato è sovversivo” e supporta il decision-making. Conoscere per decidere è fondamentale, come ha sostenuto anche Dino Pedreschi, professore di Informatica a Pisa. Con la sua presentazione ha mostrato come i dati possano favorire la comprensione della società, lo sviluppo sostenibile e la misurazione della diversità e ha ipotizzato la creazione di un ecosistema di personal data stores per riflettere su quest’ultima.
Stefano Fiorentino, Churn Manager di SKY, e Mauro Fanfoni di ENI si sono invece avventurati più nello specifico dimostrando come l’uso dei dati sia fondamentale per attuare strategie che mantengano un alto customer engagement, tra cui l’investimento sul cliente e la costante raccolta di feedback. Pierre Philippe Mathieu, scienziato dell’ESA, ha fornito poi un ulteriore spunto sull’utilizzo dei big data, questa volta in ambito spaziale, confermando l’importanza dell’elaborazione delle informazioni ottenute dai dati.
A seguire, Marco Fedi (responsabile IT per Allianz) ha definito i problemi aziendali come dei “misteri” di cui abbiamo tutte le informazioni, ma non la risposta. Durante l’intervento ha poi fornito alcune linee guida fondamentali di cui tenere conto per risolvere al meglio le difficoltà ed elaborare i dati il più efficientemente possibile. Riccardo Sabatini, ricercatore per SISSA e EPFL, ha invece condiviso la sua esperienza nella task force di FoodCAST, creata con lo scopo di raccogliere un’enorme mole di dati per costruire modelli predittivi e creare un database di informazioni riguardanti il cibo e l’alimentazione globale.
Terminata la sessione plenaria, si sono poi susseguite diverse conferenze e workshop, tra i quali gli interventi di Elena Panzera e Cinzia Gianfiori di SAS, che hanno illustrato l’evoluzione del mercato del lavoro per i Data Scientists in Italia e le varie opportunità offerte da SAS per gli studenti di statistica (e non solo), tra cui certificazioni, accesso al software, corsi di formazione.
Tutti gli interventi della giornata hanno quindi dimostrato come i big data siano ovunque intorno a noi e come la loro analisi sia fondamentale per riuscire a carpirne il significato e le potenzialità, riuscendo così a sfruttarli per migliorare sia la realtà che i processi di business.
Rebecca Boetti