Racconto di un Lago Film Fest

Mi sembra di vederlo, un gruppo di ragazzi davanti agli scalini della chiesa, accomunati dalla passione per il cinema, che poco più di 10 anni fa si sono detti scherzando “perché non organizziamo un festival del cinema, proprio qui a Revine?”. Dalla battuta sono passati poi all’azione, alla pianificazione, all’organizzazione e infine all’attuazione di quello che oggi è il conosciutissimo Lago Film Fest, che ormai da 10 estati anima le vie di Revine Lago.

Lago Film Festival

Non so se la storia sia stata proprio questa, ma mi piace pensare che sia andata così come nei migliori garage della California del Nord. Ogni anno un gruppo di rane (così vengono chiamati i volontari di LFF) si mette a preparare quello che poi nelle ultime afose (quest’anno ahimè piovose) serate di luglio diventa il Lago Film Fest, festival del cinema a carattere oramai internazionale.

In questa edizione, giudicata la più ricca di contenuti di sempre, le rane hanno superato se stesse proponendo diverse pellicole provenienti da tutto il mondo. Hanno dato la possibilità al pubblico di variare la propria dieta cinematografica, proponendo scorci di cinema internazionale; sono stati proiettati, infatti, corti italiani, romeni, svedesi, cechi, australiani, africani, statunitensi e chi più Stati conosce, più ne nomini. E non si sono scordati di accontentare le menti curiose e affamate, organizzando interessanti talk, che hanno spaziato dai branded film ai social network. È stata compiuta la definitiva transazione da festival come proposta di contenuti, a festival come esso stesso piattaforma-contenitore, in cui è stato dato spazio non solo a semplici riproduzioni di cortometraggi, ma a veri e propri momenti di incontri culturali eterogenei.

Tra i 110 film in concorso, il premio come miglior film è andato a Noah, 17 minuti in cui i registi Woodman e Cederberg ci fanno vivere l’esistenza digitale di un ragazzo, Noah, al suo ultimo anno di liceo, il quale viene lasciato dalla sua ragazza e per vendetta hackera il suo profilo Facebook. È difficile dire di star guardando un film, poiché tutto si svolge di fronte agli schermi di un computer e di un cellulare, tanto da non distinguere quasi il video da una nostra serata normale da creature digitali, divisi tra diverse fonti di informazione, che, solleticando e catturando la nostra debole attenzione, ci fanno saltellare da una tab all’altra come cavallette impazzite.

facebook lago film fest

L’uso di internet e dei social network non è stato trattato solo in questo corto, vi è stato un vero e proprio talk dedicato “Web, creatività e urgenza” durante il quale Carlo Gabardini (Camera Cafè, viral video “nutella/marmellata” e “Are you a scries?”), Giovanni Esposito (web series “Milano Underground”), Andrea Baglio (youtuber e regista di “La Prova”), Zero Video (autori del progetto #CoglioneNo), Astutillo Smeriglia (autore di “Preti”), Alessandro Gori (AKA Lo Sgargabonzi) e Diecimila.me (autori del profilo Twitter @casaleggLo) hanno parlato delle infinite possibilità e minacce che il web regala alle produzioni televisive e cinematografiche e di come queste stiano plasmando nel bene e nel male la nostra società. Hanno smascherato il perbenismo di massa di Facebook, hanno commentato la lotta di genere combattuta con le armi della Rete e hanno discusso sui diversi linguaggi che ogni canale richiede. La parola d’ordine di questa tavola rotonda è stata “viral”, droga dei giorni contemporanei.

camera café viral lago film

La crescita quantitativa e soprattutto qualitativa di LFF è stata notevole negli anni e lo si può notare anche solo dalla comunicazione. Da deformazione professionale, la prima cosa che mi salta all’’occhio di un evento è la sua comunicazione: la cura dei dettagli nella grafica, nella scelta del font, nella coerenza stilistica, nell’hype creata, nell’engagement suscitato, nei copy accattivanti, nella struttura del piano editoriale e nell’integrazione del media planning e LFF è stato promosso a pieni voti su tutto. Mi permetto solo un paio di osservazioni “social” sull’assenza nella comunicazione dell’hashtag nei canali ufficiali e nel materiale stampato e sul collegamento di Facebook a Twitter, dettagli facilmente risolvibili.

Saltellando da una tab e da una notifica all’altra mi appresto a chiudere questo mio piccolo resoconto di LFF e mi fiondo a mettere nella barra dei preferiti il sito del festival, in attesa di poter tornare a seguire le vicissitudini di questa rana che ogni estate si diverte a trasformare ogni piazzetta, ogni stradina in un’emozione multimediale e culturale che perfettamente si sposa con le vecchie crepe nei muri di Lago.

Complimenti a tutti!

revine lago film festival

 

Irene Loat