Stefano Micelli:
ha messo in evidenza come i nuovi strumenti di digital manufacturing abbiano trasformato il modo di lavorare e come in Italia, l’artigianalità (do-it-yourself) che sconfina nell’hi-tech generi qualità. Sono state poi individuate tre principali coordinate che caratterizzano il mondo “maker”: tecnologia, internazionalizzazione e marketing.
Fablab a scuola:
Silvia Oliva ha spiegato come i fablab siano dei laboratori digitali in cui si studia, si pensa e si progetta, aprendosi ad un territorio. Infatti l’obiettivo non è solo quello di portare a termine un programma, ma progettare e vendere un fablab ad un territorio, creare un network che coinvolga attivamente diversi soggetti presenti all’interno di quel contesto socio-economico.
Martina Lodi:
l’intervento di Martina Lodi, Project Manager presso Ginger, si è focalizzato su come utilizzare il crowdfunding in maniera efficiente e perché è una strategia vincente associare il mondo maker con questa forma di finanziamento. In particolare Martina ha mostrato quali sono i fattori costitutivi: raccolta fondi, folla, internet, creazione di un network, trasparenza, fiducia e apertura.
Elia de Tomasi:
Ha presentato la “fabbrica del saper fare”, raccontando come la rete di artigiani sta iniziando ad usare questi nuovi strumenti digitali.
Essi si trovano così a produrre nell’era della terza rivoluzione digitale: un mondo caratterizzato da laboratori sperimentali che, grazie all’uso delle tecnologie, diventano dei veri e propri modelli d’impresa.
Marco Bettiol:
“Come raccontare il Made in Italy?”: è questa la domanda che ha trovato risposta dall’intervento di Marco Bettiol. Per raccontare è essenziale far sapere, quindi comunicare, utilizzando elementi distintivi che rendano un prodotto “banale” un prodotto straordinario. Questo è possibile puntando sul legame culturale e su ciò che noi italiani sappiamo fare meglio e che ci viene riconosciuto: l’artigianalità, combinare la capacità di intervento, di prototipazione e di manipolazione del prodotto; il design, inteso come qualità estetica e accuratezza nei dettagli, e la personalizzazione (unicità del prodotto).
Bianca Marchioro:
ha presentato le sue collezioni di gioielli realizzati grazie all’uso della stampante 3D in una forma del tutto nuova ed innovativa: si tratta di una stampante al forno di porcellana attraverso la quale produce piccole e simpatiche creazioni di gioielli a forma di conigli.
Giulia Favaretto:
l’intervento di Giulia Favaretto, Responsabile Commerciale presso Bijouets, si è incentrato sul ruolo del Made in Italy nel mondo lighting e del fashion, spiegando come l’azienda per cui lavora riesca attraverso la tecnologia digitale a creare gioielli del tutto innovativi.