Oltre i confini, provare per credere

Tre mesi a Berlino può significare tutto o niente. Per me è stato tutto. Cari coetanei, scrivo questo articolo non per annoiarvi raccontandomi la mia esperienza berlinese, ma per essere così presuntuosa da darvi un consiglio.

DSC02470Rewind: era fine giugno, prendevo un aereo e la componente più importante della mia valigia (erano tre in realtà) era la paura del vuoto. Il corso di laurea in Commercio Estero che ho portato a termine a novembre 2014, prevedeva lo svolgimento di un periodo obbligatorio di tirocinio all’estero. Io, innamorata perdutamente della lingua teutonica e della Germania, investo tutte le mie forze per assicurarmi un posto nella capitale tedesca, ed alla fine ci riesco! Luglio, agosto e settembre come stagista nell’ufficio di Berlino della Camera di Commercio Italiana per la Germania.

Play: non voglio raccontarvi per filo e per segno l’intera mia esperienza però posso affermare che tutte le mie paure se ne sono andate poco dopo essermi ambientata. La città è meravigliosa, l’esperienza lavorativa è stata appagante e ho incontrato persone fantastiche lungo il mio cammino.

DSC02809Pause: oltre ad una quarta valigia piena, cosa mi sono portata a casa da Berlino? Sicuramente la voglia di partire di nuovo! Ma la cosa che sento più mia è la consapevolezza di tutto ciò che ho vissuto e dell’importanza che ha avuto tutto ciò per me: fare una qualsiasi esperienza all’estero, ti apre la mente. So che è banale e lo dicono tutti ed è proprio per questo che vorrei dirvi qualcosa in più: innanzitutto è utile perché porta ad una crescita e ad una consapevolezza personale altrimenti difficile da appurare, perché in Cina o in Islanda non ci sarà la mamma a stirare, cucinare e fare tutto per te, quindi impari ad arrangiarti in qualsiasi situazione. Non meno importante rafforzi o impari una lingua, elemento fondamentale per lo sviluppo delle competenze professionali. Un’altra frase comune è “vado a vivere all’estero”, ma quante persone hanno veramente portato a termine il loro intento? Se il trade-off tra il tuo benessere personale ed ambiente che ti circonda non è sufficiente, rifai i bagagli e torni a casa. Quindi non predico insegnamenti come “bisogna sapersi adattare”, io consiglio “bisogna imparare a sapersi adattare” e questa è una caratteristica che appartiene a tutti ed è migliorabile con l’esperienza ed il tempo. Ed infine non servono tanti giri di parole per dirvi che vivere per un periodo all’estero ti dà tantissimo: cose nuove imparate, stili di vita, lezioni, amicizie, possibilità, orizzonti infiniti, difficoltà, adrenalina, gioia, nostalgia, spensieratezza, idee nuove, mazzate, speranze.

DSC02412Fast forward: non voglio scrivere una conclusione banale consigliando a tutti di fare un’esperienza all’estero come ho fatto io. Vi chiedo solo di immaginare la vostra vita ed il vostro bagaglio culturale con queste emozioni e chiedervi: potrebbe essere utile? Io devo scrivere la mia tesi quindi secondo me è assolutamente utile, tanto che vorrei ripetere il tutto. Infine non mi resta che sperare che leggendo questo articolo le persone che hanno provato il brivido dell’esperienza all’estero si riconoscano in quello che ho descritto e che le persone che non hanno ancora pensato a questa opportunità, abbiano raccolto la voglia e l’energia per partire, per spingersi verso qualcosa di diverso ed assaporare la magia della novità.

Cambiare aria fa bene, ossigeno nuovo per il cervello.

Giulia Bortoletto