Lunedì 15 dicembre si è svolto il terzo e ultimo incontro del Seminario formativo “Marketing e strategie del patrimonio artistico e culturale”, organizzato dalla Provincia di Treviso (qui trovate la prima parte, qualora ve la foste persa).
La Dott.ssa Alessandra Gariboldi, ricercatrice presso la Fondazione Fitzcarraldo, ha parlato di Audience Developement, ossia quel meccanismo di ampliamento del pubblico o delle occasioni d’uso del pubblico già conquistato, migliorandone la qualità.
L’Europa considera la bassa partecipazione culturale come una perdita, oltre che culturale, anche economica e sociale; dunque è fondamentale diffondere la cultura per continuare a crescere.
È inevitabile riportare l’esistenza del progetto ADESTE che lavora sulle competenze per essere un buon Audience Developer e grazie al quale sei persone di cinque Paesi diversi otterranno, a seguito di un periodo formativo, il certificato a valenza europea. È importante sottolineare come l’Audience Developement debba necessariamente riguardare tutta l’organizzazione, il modo di pensare e di lavorare; inoltre, è un processo lungo, pianificato e continuativo. È impensabile, infatti, intraprendere operazioni di Audience Developement senza averle pianificate nel medio e lungo termine; ed è questo il motivo per cui riesce difficile il coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche, che cambiano ogni pochi anni e perciò pensano al brevissimo periodo.
L’Audience Developement Plan, secondo l’esperienza della Dott.ssa Gariboldi, dev’essere così strutturato:
Nella prima fase, la mission, è necessario delineare le caratteristiche dell’istituzione culturale e la sua identità (Chi siamo? Cosa facciamo?). Successivamente si passa ad una fase di analisi del pubblico attuale, potenziale e interessante e alla definizione dei destinatari dell’audience developement. A tal proposito, molti sono gli strumenti a disposizione, a partire dall’approccio metodologico prescelto: focus group, indagini osservanti e interviste per gli aspetti qualitativi, e questionari, inchieste, sondaggi per analizzare gli aspetti quantitativi.
Dopo queste analisi si definiscono obiettivi misurabili, la strategia per raggiungere tali obiettivi e si passa poi alla fase operativa, ossia ad azioni che abbiano come obiettivi quelli individuati in fase di progettazione. A seguito di queste, è necessario misurare e analizzare i risultati, per capire se la strada percorsa è quella giusta e ha portato ad un vero aumento del numero di utenti o se è necessario modificare qualcosa.
Al fine di intraprendere azioni che portino vantaggio è necessario tener presente le barriere che possono essere d’accesso (fisiche, economiche, culturali), di partecipazione (occorre coinvolgere pubblici diversi così come si fa con il pubblico attuale, non basta aprire le porte a tutti) e di rappresentazione (riequilibrare la mancata rappresentazione di determinate culture).
I mezzi disponibili per coinvolgere nuovo pubblico sono diversi e la Dott.ssa Gariboldi ne ha citati alcuni, tra cui la mediazione, ovvero l’insieme di attività di avvicinamento al pubblico; l’involvement (attività di coinvolgimento, come laboratori e workshop); l’outreach, ovvero attività di vario genere al di fuori dello spazio dell’istituzione culturale, per avvicinare quel pubblico che mai penserebbe di entrare in tale luogo.
L’Audience Developement porta ad un aumento degli utenti e/o del loro numero di visite, ma è importante non dimenticare alcune conseguenze imprescindibili di tale sviluppo:
– perdita del controllo assoluto;
– cambiamento di concezione di un oggetto che acquista importanza, non solo per il significato intrinseco, ma anche per la capacità di generare un confronto tra le persone;
– l’istituzione diventa luogo di incontro e di relazioni, perdendo, in parte, la caratteristica statica ed espositiva.
Infine, la Dott.ssa ha segnalato il Bando Europeo “Creative Europe”, che apre possibilità di finanziamento e cooperazione a progetti di matrice creativa, artistica e culturale.