Martedì 18 novembre si è svolto il secondo incontro del Seminario formativo “Marketing e strategie del patrimonio artistico e culturale”, organizzato dalla Provincia di Treviso (qui trovate la prima parte, qualora ve la foste persa).
In quest’occasione è intervenuto il Dott. Alessandro Bollo, Fondatore e promotore della Fondazione Fitzcarraldo. Il focus di questa giornata è stata l’analisi dei cambiamenti nel consumatore contemporaneo e le conseguenze che ne derivano.
Consumatore che diventa sempre più consapevole e informato, divenendo così sempre più consumATTORE o addirittura consumAUTORE. Questa è la conseguenza delle nuove tecnologie, e tali effetti li troviamo anche nel mondo artistico e culturale: portali di valutazione permettono all’utente di consigliare, indirizzare e influenzare gli utenti futuri e potenziali. Questo è un meccanismo a doppio taglio, in quanto è un innalzamento di credibilità, se positivo e confrontato con il monodirezionale convincimento da parte dell’istituzione che offre il servizio; al contrario, però, può essere una manovra estremamente pericolosa in caso di commenti ed esperienze negative, proprio per l’effetto esponenziale che lo caratterizza.
Il Dott. Bollo suggerisce quattro sfide principali per il marketing museale:
1. Occuparsi del pubblico attuale e del pubblico potenziale: il primo non va dimenticato, il secondo va studiato, capito e stimolato;
2. Segmentare la domanda e differenziare l’offerta: non è più possibile la standardizzazione;
3. Definire gli obiettivi che si vogliono raggiungere e i metodi di valutazione dei risultati: non sempre le istituzioni artistico-culturali, infatti, sono gestite tenendo ben chiaro gli obiettivi. Tuttavia è fondamentale affrontare i cambiamenti continui del mercato seguendo tre fasi principali: analisi interna ed esterna; definizione della strategia; valutazione e controllo.
4. Innovazione dell’offerta per perseguire una miglior gestione e sostenibilità economica, favorendo entrate che possano essere reinvestite nell’istituzione per migliorare, a sua volta, la fruizione della stessa.
Il marketing culturale può avvalersi di numerosi mezzi: il marketing tribale, esperienziale, relazionale e virale. In particolare, ciascuna di queste quattro tipologie verrà stimolata da attività diverse, rivolte a target diversi. In un museo probabilmente i bambini apprezzeranno maggiormente le esperienze pratiche e le attività manuali, un particolare pubblico si sentirà parte di una tribù di esperti e/o appassionati del tema di un determinato museo, ecc.
Durante l’incontro sono stati forniti numerosi spunti pratici, tra cui alcuni di marketing virale, molto interessanti, segnalati di seguito:
Rijskmuseum – Olanda: il museo ha attuato una performance molto suggestiva e coinvolgente, presso un centro commerciale locale, per promuovere la sua riapertura. Il video, realizzato conferendo una prospettiva da parte del pubblico presente, dà un senso di straniamento, e forse anche per questo ha totalizzato più di 5 milioni di visualizzazioni.
Opera – Valencia: l’opera è un genere musicale di nicchia. Con questo video l’Opera di Valencia ha voluto portare l’opera tra chi magari non sarebbe stimolato ad andare ad ascoltarla a teatro. Ha sortito stupore, divertimento ed emozioni e per questo ha lanciato una provocazione “Hai visto che ti piace l’Opera?”
Il terzo e ultimo incontro si è tenuto lunedì 15 dicembre ve ne parlerò nel prossimo articolo. Vi anticipo che si parlerà di Audience Developement e si annuncerà un’opportunità interessante per chi voglia dedicarsi a questa nuova sfida del futuro in ambito artistico e culturale.