Quando la collaborazione virtuale diventa di massa
Termine coniato dallo scrittore di Wired Jeff Howe nel 2005, il crowdsourcing è un modello di business che utilizza la collaborazione di massa per ottenere dei risultati connettendo online le persone.
Questa nuova tecnica di collaborazione virtuale permette alle aziende di raggiungere i propri obiettivi avendo una visione più ampia e diretta dei desideri dei clienti perché sono proprio questi che partecipano attivamente allo sviluppo del prodotto o del progetto sfruttando le proprie conoscenze ed esperienze passate.
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“La folla è molto più intelligente della persona più intelligente che ne fa parte”
James Surowiecki
La folla è sempre esistita ed esiste tutt’oggi, ma la sua importanza è mutata nel corso dei secoli. Dal gruppo di persone che andava nella piazza a sentire gli oratori parlare, oggi è nel mirino delle aziende perché portatrice di una conoscenza collettiva che non è eguagliabile da nessun singolo individuo.
Da qui si sviluppa il concetto di crowdsourcing, uno strumento di problem solving che consiste nell’esternalizzare (dall’inglese “outsourcing”) le criticità di un progetto a chiunque potrebbe essere interessato e desideroso di collaborare e utilizza il web per creare una community di persone (“crowd”) che interagisce online e condivide le proprie conoscenze per realizzare o migliorare tale progetto.
Le aziende, dunque, devono avere la capacità di attirare un’intelligenza collettiva online che collabora da qualunque luogo coinvolgendo i consumatori nello sviluppo di progetti che vanno da nuove tipologie di prodotto fino a campagne di comunicazione.
Lo scopo finale è ottenere una soluzione ad un problema in una prospettiva molto più ampia e dettagliata, sommando tanti piccoli contributi per ottenere un risultato finale unico.
Tra le aziende che rappresentano questo modello di business una delle più interessanti forse è Quirky che lo ha adottato creando una piattaforma che permette a chiunque di sottoporre la propria idea alla comunità. Ne abbiamo parlato in “Coffee Brand: Quirky, fare impresa con il crowdsourcing”.
La larga diffusione e la continua innovazione del crowdsourcing hanno condotto alla nascita di diverse tipologie di questo modello, che illustreremo nel dettaglio.
Collective Creativity
Si tratta della tipologia più conosciuta di crowdsourcing e consiste affidare l’ideazione di un prodotto alla creatività della folla. Particolarmente utile se le risorse interne non sono sufficienti per iniziare nuovi progetti (perché eccessivamente impegnate con progetti già avviati) o se l’azienda ritiene che solo l’apporto innovativo di una massa possa partorire il suo nuovo progetto disruptive. In queste situazioni la soluzione migliore è rivolgersi all’esterno e formare una comunità online di persone creative per creare prodotti e concetti originali.
Crowdfunding
Il crowdfunding basa il proprio modello sull’ottenere dei micro fondi (dall’inglese “funding”) permettendo a privati o ad aziende di trovare persone disposte a finanziare i loro prodotti o progetti.
Il concetto di folla viene dunque ripreso ma in un contesto diverso, qui per le aziende l’obiettivo è di far conoscere ai potenziali collaboratori i propri progetti e (se risulteranno interessanti) saranno poi le persone a formare autonomamente una comunità per investire nell’idea.
Gli investitori interessati possono contribuire economicamente tramite donazioni, prestiti o investimenti in base alla scelta dall’azienda proponente.
Una delle più importanti piattaforme di crowdfunding è Kickstarter e la sua funzione è di promuovere i progetti nel mondo.
Cloud Labor
Questa tipologia consiste nel collegare la domanda con l’offerta di lavoro.
Il crowdsourcing qui svolge il ruolo di attrarre persone competenti che vogliono mettersi in gioco grazie alla possibilità di contribuire allo svolgimento di una task.
Le attività si districano dalle più semplici alle più specializzate e di norma il lavoro viene retribuito.
Un esempio è CloudFactory che ha mescolato tecnologia e le competenze della community per estrarre e catturare una vasta gamma di dati che possono spaziare dai video, alle immagini ai documenti.
Distributed Knowledge
Viene utilizzato per sviluppare, aggregare, condividere la conoscenza e le informazioni tramite il formato “Q&A” o portali di raccolta di informazioni strutturati.
Crea così una democrazia, dove le persone contribuiscono e mettono a disposizione le proprie conoscenze e si mostrano aperti a critiche e suggerimenti.
Esempi noti di questa condivisione di sapere sono Yahoo! e Wikipedia.
Open Innovation
Aiuta le aziende a sfruttare le fonti al di fuori delle loro mura per sviluppare e implementare nuove idee.
Se un tempo infatti le imprese competevano fra di loro tenendo segreti i loro progetti e sfruttando le capacità all’interno dei propri team, oggi l’innovazione chiusa funziona solo se le aziende hanno al loro interno tutte le risorse per sviluppare nuovi prodotti e servizi necessari per essere competitivi, ma nel momento in cui questi sviluppi vengono limitati dalle insufficienti fonti presenti le imprese si trovano a dover guardare all’esterno.
Le moderne startup stanno crescendo grazie a questa nuova apertura e alla creazione di network di imprese.
Tools
Dall’inglese “strumenti”, rappresenta la categoria all’interno del crowdsourcing che offre alle aziende applicazioni, piattaforme e strumenti che permettano la collaborazione, comunicazione e la condivisione tramite gruppi di persone.
Tra i vari strumenti vanno menzionati CoFundos, una piattaforma per lo sviluppo di software open-source, Hypios, che aiuta le compagnie a risolvere problemi di ricerca e sviluppo organizzando online delle competizioni che raccolgono innumerevoli soluzioni da tutte le parti del mondo e IdeaConnection, applicazione che sfida le persone a trovare nuove idee, innovazioni e prodotti.
Nulla di tutto ciò sarebbe possibile senza la consapevolezza del potere della folla.
L’attiva partecipazione di una comunità di persone pronte a dedicarsi volontariamente e collaborare ha permesso a questi progetti di prendere vita.
Il crowdsourcing e le sue categorie stanno rivoluzionando le strategie aziendali per acquisire vantaggi competitivi. Sempre più imprese stanno aprendo le proprie porte sul Web e la collaborazione sta diventando il punto cruciale dello sviluppo dei loro progetti.
Che siano spinti da motivi quali il desiderio di riconoscimento, ricompense economiche o una semplice soddisfazione personale, le persone che vengono a formare la community saranno sempre più abili e competenti del singolo individuo. Il livello di competenze aumenterà sempre di più a mano a mano che nuovi utenti si collegheranno e questo permetterà alle aziende di crescere e migliorarsi in un modo che in passato non sarebbe mai stato considerato vantaggioso o possibile.
Stiamo forse correndo troppo aprendo le porte a degli sconosciuti online o questa nuova realtà di collaborazione porterà a degli sviluppi mai visti prima?
Per approfondire, vi consigliamo di leggere i seguenti libri:
– “Crowdsourcing: Why the Power of the Crowd Is Driving the Future of Business”, di Jeff Howe
– “Crowdsourcing”, di Daren C. Brabham