Come un braccialetto può cambiarci la vita
Nel 1999 Alexander Asseily e Hosain Rahman, due studenti dell’Università di Stanford, volevano sviluppare una tecnologia in grado di cancellare i rumori che sarebbe dovuta essere utilizzata dall’esercito americano. Sedici anni dopo, Jawbone, la loro azienda produttrice di dispositivi indossabili ha sviluppato ad altissimi livelli prodotti hardware e piattaforme software, basate sulla scienza dei dati ottenuti dal corpo: i biosignal.
[vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_separator type=”normal” position=”center” down=”30″ color=”#ffca2d” up=”20″][/vc_column][/vc_row]
Tra i prodotti Jawbone, si trovano gli altoparlanti portatili JAMBOX e gli auricolari Bluetooth Jawbone ERA. Questa particolare linea di auricolari si distingue per la sua tecnologia NoiseAssassin, capace di isolare silenziare i rumori provenienti dall’ambiente esterno durante una telefonata.
Ma i dispositivi più popolari sono una serie di braccialetti che hanno come obiettivo quello di aiutare le persone a vivere meglio, raccogliendo ed elaborando informazioni su come dormono, mangiano e si muovono. Stiamo parlando dei “fitness tracker”: bracciali dal design semplice e confortevole pensati per non essere mai tolti dal polso. Dotati di tecnologia touch per impostare le modalità “sonno”, “veglia” e “attività fisica”, si collegano al computer o allo smartphone tramite un jack, ed elaborano quasi in tempo reale infografiche che rispecchiano il nostro stile di vita. Dei semplici, colorati e intuitivi istogrammi mostrano quanta attività abbiamo fatto, quanto profondamente abbiamo dormito e in quali ore della notte.
Con questi dati fornisce poi consigli su misura per migliorare lo stato di salute i quali appaiono tramite notifiche, e aiuta a stabilire degli obiettivi per la giornata. Se glielo si permette, il braccialetto imposterà una vibrazione-sveglia all’orario più consono per ottimizzare la produttività della giornata, talvolta prima dell’orario impostato. Allo stesso modo, si accorgerà quando è passato un periodo troppo lungo di inattività e comincerà a vibrare per ricordarci di metterci in movimento almeno per qualche minuto. L’applicazione è anche dotata di uno scanner che rileva i dati dai codici a barre dei cibi che consumiamo, calcolando l’apporto calorico e l’attività necessaria per bruciarlo. È inoltre in grado di elaborare il menu più adatto al nostro metabolismo e di consigliare i ristoranti più vicini che lo servono.
Ma Jawbone sta allargando ancor di più i suoi orizzonti. In una conferenza dello scorso Gennaio il CEO e cofondatore Hosain Rahman (nominato dal Time fra le 100 persone più influenti del pianeta) ha annunciato di voler aumentare il numero di dispositivi collegabili ai suoi accessori. Collegare una smart tv per consigliare i programmi televisivi in base all’umore, ad esempio, o il sistema di riscaldamento in caso il nostro braccialetto sentisse che abbiamo freddo durante la notte.
Jawbone, tramite i suoi stessi dispositivi, misura anche la produttività dei propri impiegati. Raccoglie dati, li rende anonimi, crea statistiche, e regola così la maggior parte del management delle risorse umane. Il tutto se l’impiegato rilascia libero consenso, senza venire penalizzato in caso contrario. Secondo Forbes, la monetizzazione di queste informazioni non tarderà ad arrivare. Numerose compagnie hanno intenzione di fornire tutti gli impiegati di un dispositivo Jawbone. Questa decisione porterebbe ad un taglio alla spesa dell’assicurazione sanitaria, dal momento che migliorare le condizioni di salute degli impiegati può condurre ad una riduzione a lungo termine dei costi di un’azienda.
Riuscirà Jawbone a diventare una commodity e ad essere parte integrante delle nostre vite, aiutandoci a condurre una vita più sana ed efficiente?