Come agevolare la ricerca delle attività da svolgere durante un viaggio è un tema critico nel modo del travel. L’azienda Peek vuole innovare il settore del turismo con un’interessante soluzione al problema. Il servizio che offre punta a soddisfare tutte le esigenze, quelle degli utenti e al tempo stesso quelle degli operatori turistici.
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“Volevamo offrirvi la conoscenza di tutte quelle gemme nascoste che solitamente potreste non trovare, quindi una sbirciata (“a peek”) all’interno della miglior vacanza che potreste avere.”
Ruzwana Bashir, CEO e cofondatrice di Peek
Dai tempi delle rischiose prove di Gilgamesh e Ulisse al motto “tutto compreso” del turismo di massa generato dalla possibilità di spostamento rapido, il concetto di viaggio è cambiato radicalmente nel corso dei secoli. Attualmente si vive per lo più un’esperienza caratterizzata dalla volontarietà della partenza, dal desiderio di disporre delle cose “più da vicino” e, con lo sviluppo di internet e della realtà virtuale, da una sorta di “viaggiare senza partire”. Il viaggio è diventato un piacere liberato dalla necessità e il modo in cui oggi viene pianificato riporta perfettamente tali caratteristiche.
Le necessità del mercato
Se ci si guarda attorno, si può osservare una realtà del viaggio che nel corso del tempo è diventata un vero e proprio mercato, le cui dinamiche coinvolgono l’interazione di diverse parti, ognuna delle quali presenta specifiche esigenze da soddisfare. Da un lato vi sono coloro che si vogliono mettere in viaggio, dall’altro coloro che offrono ai viaggiatori i servizi necessari durante il soggiorno lontano da casa, dalle infrastrutture alle attività. Coordinare e facilitare la comunicazione tra le parti, in modo tale da far sì che questa rete di potenziali relazioni prenda forma, non è di certo un’aspirazione banale. In particolare, la complessità della gestione risiede nel fatto che oggigiorno si deve ragionare seguendo l’ottica della dimensione globale.
Un nodo comunicativo che si è rivelato particolarmente critico riguarda la relazione tra il viaggiatore e le attività che egli può intraprendere una volta arrivato nel luogo scelto come destinazione. Prenotare un hotel è relativamente semplice, ma quando arriva il momento di scegliere le attività si passano ore e ore navigando in Internet. In media una persona spende sette ore pianificando un viaggio e consultando circa 22 siti web. Di conseguenza, l’iter di pianificazione del viaggio non è più parte integrante del piacere del viaggio stesso, ma si tramuta in una sorta di tormento oltre in un’enorme perdita di tempo.
Quando si parla di queste “attività”, è necessario considerare che nel corso del tempo la loro gestione ha dato vita ad un vero e proprio mercato detto “activities market”. Considerando che il suo fatturato complessivo ammonta a circa $35 miliardi l’anno e che al suo interno si contano centinaia di operatori, tale mercato risulta essere molto ampio e frammentato 1. Esso non gode di un sistema di distribuzione globale, così sebbene l’80% dei consumatori cerchi le attività online, meno del 30% degli operatori fornisce la possibilità di effettuare prenotazioni via Internet. Ed ecco che l’ampiezza e la frammentazione, unite alla mancanza di un sistema di distribuzione globale adeguato, confermano nella pratica la notevole difficoltà nella gestione della relazione e della comunicazione tra consumatori e operatori.
Peek e il business delle attività
La necessità di trovare una soluzione a tale problema è stata il terreno fertile su cui è nata l’idea di business di Ruzwana Bashir e Oskar Bruening. Appoggiati da un mondo sempre più dominato dalla realtà digitale, incoraggiati dall’esperienza acquisita in compagnie di fama internazionale e animati da una forte passione per il viaggio, i due giovani sono riusciti a rendere concreto il loro progetto di business. Celebri investitori – tra cui Jack Dorsey (cofondatore di Twitter ), Eric Schmidt (Google Executive Chairman) e Christopher Michel (fondatore di Military.com) – hanno riconosciuto il grande potenziale della startup e l’hanno sostenuta con un finanziamento pari a $1.4 milioni.
Nel 2012 nasce così la startup con il nome di Peek. In un primo momento Peek si sviluppa come sito web, Peek.com, proponendo una sorta di mercato online per le attività, un one-stop-shop che aiuta gli utenti a conoscere quali possono essere le fantastiche cose da fare una volta giunti a destinazione. Dall’esplorazione di rovine sotterranee, alle nuotate con gli squali o le visite alle fattorie, Peek si avvale di collaborazioni con i migliori operatori turistici e seleziona accordi con le migliori compagnie di viaggio del mondo, tra cui U.S. Airways e Virgin America. L’obiettivo da raggiungere è ben preciso e consiste nello scoprire e consigliare le migliori attività esistenti.
All’interno del sito tutte le attività sono catalogate in modo molto intuitivo, dal divertimento per i locali a cosa fare con i bambini. Ruzwana Bashir apprezza in particolar modo la sezione Perfect Days. In questa sezione i tastemakers del momento dispensano qualche interessante consiglio sulle attività da non perdere, i luoghi in cui mangiare e i posti da visitare. Grazie a questi eccellenti editoriali, gli appassionati di fashion possono leggere cosa ama fare Tory Burch alle Hawaii, gli amanti del cibo possono dare un’occhiata ai ristoranti suggeriti da Wolfgang Purck a Los Angeles. È possibile scegliere il proprio itinerario prendendo spunto dalla giornata ideale del direttore artistico Kenzo Digital a Parigi, da quella del co-fondatore di Twitter Jack Dorsey a San Francisco, oppure del giornalista e avvocato Ronan Farrow a Washington D.C. Insomma, ognuno può seguire i consigli che più rispecchiano i propri interessi.
Anche la travel community di Peek contribuisce ad arricchire costantemente questa sezione. Gli utenti, infatti, hanno la possibilità di condividere l’un con l’altro le “perle nascoste” scovate durante propria esperienza di viaggio.
Oltre alla possibilità di leggere gli editoriali, Peek fornisce una galleria fotografica dei luoghi selezionati. Tale scelta comunicativa segue indubbiamente la scia della logica postmoderna che aumenta a dismisura l’impatto delle immagini e sfrutta il loro grande potere attrattivo. Giocare con il potere attrattivo dell’immagine permette di annullare l’effetto della distanza e di diluire il significato dello spostamento verso un altrove ormai a portata di mano. Grazie a quest’approccio, tutto sembra essere qui ed ora.
Un servizio anche per gli operatori turistici
Peek non opera solamente a sostegno dei viaggiatori, ma è una compagnia ambivalente che offre un valido appoggio anche agli operatori. Non appena Peek.com viene lanciato sul mercato, infatti, ci si rende immediatamente conto che è necessario colmare una lacuna presente nel servizio offerto. Tale lacuna consiste nel fatto che gli utenti non sono solamente alla ricerca della possibilità di consultare questa sorta di guida turistica dal contenuto molto vasto e dettagliato, ma si aspettano anche di poter prenotare le attività direttamente tramite il sito stesso.
Peek elabora così un servizio che integra il supporto ai viaggiatori con quello agli operatori grazie ad un completo accesso a calendari e disponibilità di quest’ultimi. Il raggio d’azione viene quindi ampliato attraverso la realizzazione di un sistema volto ad aiutare gli operatori a gestire il loro business e ad essere in contatto con sempre nuovi clienti. Questo sistema si chiama Peek Professional e garantisce agli operatori tutti gli elementi di cui hanno bisogno. Dagli strumenti per la gestione dell’inventario a quelli per l’organizzazione delle risorse, dai calendari aggiornati per il controllo della disponibilità ad un sistema di e-mail per comunicare facilmente con i clienti.
Peek basa il suo modello di business proprio sul servizio offerto tramite questo sistema. Trattiene, infatti, come commissione dal 15% al 30% per ogni acquisto effettuato attraverso il sito.
Una volta scelte le attività e avuta la possibilità di sperimentarle, arriva il momento di un riscontro sull’esperienza vissuta. Peek Professional permette anche questo. Tra le sue funzioni, infatti, viene integrato un sistema di revisione grazie al quale gli operatori possono ricevere un feedback dai clienti sul servizio offerto. I feedback, siano essi positivi o negativi, sono sempre utili. Quelli positivi vengono utilizzati per promuovere le attività, quelli negativi danno la possibilità agli operatori di rispondere alle lamentele e migliorare la qualità del proprio servizio. In pratica Peek si serve dei feedback degli utenti, un po’ come quando le aziende sfruttano a proprio vantaggio l’eWOM.
Gli operatori amano Peek Pro. “Abbiamo scelto Peek perché si concentra su quello che ci interessa veramente. Il nostro team ama la semplicità e la facilità con cui si utilizzano gli strumenti di Peek.” dichiara il Miami Speedboat Operator, che aggiunge “Lo sviluppo della loro mobile app per noi rappresenta ulteriori possibilità di guadagno, di vendere biglietti e consentire ai nostri clienti di vivere la miglior esperienza possibile.” L’applicazione è stata lanciata nel dicembre 2013 e ora i consumatori possono prenotare attività e destinazioni in tutto il mondo con una facilità che prima sarebbe stata impensabile. Rendendo la disponibilità dei servizi in tempo reale un aspetto critico e assolutamente essenziale, Peek è così diventata un’ennesima espressione del cosiddetto nomadismo digitale. Basta una buona connessione a Internet ed è possibile scegliere e prenotare le migliori attività per la propria vacanza anche mentre si cammina per la strada.
L’area d’azione di Peek.com copre 20 regioni, tra cui San Francisco, New York, Londra e Parigi. Più di 500 attività sono prenotabili all’interno del sito. Peek svolge tutte le sue funzioni in modo eccellete ed è stato scelto come miglior brand nella travel innovation ricevendo il People’s Choice Award al PhoCusWright 2013 2. Decisamente un grande successo.
Ma dare la possibilità di vedere i luoghi e scoprire le “perle nascoste” in anteprima non rischia di rendere impossibile l’esperienza autentica una volta arrivati a destinazione? Non fa perdere ogni capacità di immaginare qualche motivo di curiosità per il posto in cui si andrà? Forse oggi la comodità prevale sull’esperienza autentica, o forse è semplicemente un nuovo modo di vivere l’esperienza, non necessariamente meno autentico. Voi cosa ne pensate?
1 Ruzwana Bashir, CEO e cofondatrice, presenta Peek in occasione del Travel Innovation Summit al PhoCusWright 2013. Peek ha ricevuto il People’s Choice Award per la Travel Innovation. https://www.youtube.com/watch?v=p0Cp35Ff8l4
2 Il People’s Choice Award è un premio che può essere assegnato per diverse categorie in seguito ad un sondaggio popolare. In questo caso la categoria a cui si fa riferimento è “travel innovation”.