Coffee Brand: Beyond Meat e la sostenibilità alimentare

Come stravolgere il futuro dell’alimentazione grazie ai surrogati della carne, che sembrano essere uno degli investimenti preferiti dai golden boys.

La storia di Beyond Meat, uno dei pionieri della nuova industria del “fake-food”, ha fatto il giro della Silicon Valley. L’azienda ha catalogato tutte le proteine di origine vegetale e le ha combinate nel modo più opportuno con l’obiettivo di replicare con la maggiore accuratezza possibile l’esperienza fornita dalla carne. Il palato è soddisfatto, il fattore nutrizionale non risulta trascurato, animali e ambiente vengono rispettati.

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“La nostra attrazione verso la carne è forte, ma il tempo e l’innovazione sono la via per erodere questo attaccamento.“

Ethan Brown

L’inquinamento, le emissioni di anidride carbonica e quindi il riscaldamento globale comunemente non sono associati all’operato dell’industria della carne. Se si sapesse che il trattamento del bestiame, dall’allevamento al macello, contribuisce secondo la FAO¹ per il 14,5% all’incremento dei gas serra derivanti dalle attività umane, allora la percezione del problema probabilmente cambierebbe.

beyond meat sostenibilità alimentareQuesto dato non è il solo a risultare inaspettato agli occhi di molti, infatti a ciò si deve aggiungere il fatto che l’80% dei terreni coltivabili sul pianeta e il 70% del rifornimento idrico vengono utilizzati per l’allevamento del bestiame². Tali osservazioni evidenziano un palese problema ambientale che coinvolge sia il cambiamento climatico sia lo sfruttamento delle risorse naturali, il tutto strettamente correlato alla produzione della carne che quotidianamente è sulle nostre tavole. Le nuove fonti di energia e l’auto elettrica, quindi, non sono una soluzione sufficiente per frenare i danni al pianeta. È necessario agire anche in altre direzioni.

Esattamente questa consapevolezza ha fatto maturare in Ethan Brown e Brent Taylor un’idea che è ormai diventata un tormentone nel settore del food, o meglio del “fake-food”, in tutti gli Stati Uniti. Il loro progetto è stato avviato nel 2009 sotto il nome di Beyond Meat, una startup che conduce un programma di ricerca scientifica per rendere possibile un universo alimentare più sostenibile.

coffee brand beyond meat sostenibilità alimentare“Sostenibilità alimentare” è, appunto, la parola chiave che meglio cattura i molteplici aspetti di quella che per Beyond Meat è una vera e propria missione. L’obiettivo è di offrire una soluzione al problema ambientale, senza tralasciare la componente etica riguardante il rispetto della condizione degli animali e l’importanza del fattore nutrizionale per la cura della salute umana. Il nome stesso dell’azienda, che letteralmente significa “oltre la carne”, non manca di far notare il principio cardine di questo business innovativo, ovvero la volontà di attuare un netto superamento del convenzionale concetto di carne. Tale volontà si traduce concretamente nella produzione di “carne” che non viene ottenuta dagli animali, ma viene creata a partire da proteine vegetali estratte da legumi e vari tipi di cereali.

Nel 2013 i prodotti di Beyond Meat sono passati dai tavoli di laboratorio agli scaffali di Whole Foods Market, una catena americana di supermercati specializzati nella vendita di cibo biologico. Oggi questi prodotti vengono distribuiti in tutti gli Stati Uniti e si posizionano sul mercato come surrogati della carne riproducendone tutte le caratteristiche peculiari. Essi non si rivolgono solamente alla fascia di consumatori vegani e vegetariani che non vogliono rinunciare ai peccati di gola, ma anche a chi consuma carne abitualmente.

Sapore, odore e consistenza non cambiano e sono capaci di ingannare anche i palati più esperti (come è possibile vedere nel video riportato qui sotto). L’esperienza dei sensi non viene quindi sacrificata, mentre la differenza nello sfruttamento delle risorse risulta essere notevolmente ridotta. I valori nutrizionali tipici della carne tradizionale non vengono alterati, perché sempre di proteine si tratta. Insomma sembra carne, ma non lo è.

L’appoggio finanziario di Evan Williams e Biz Stone, fondatori di Twitter, così come quello di Bill Gates, Li Ka-Shing e Khosla Ventures, è stato fondamentale per riuscire ad intraprendere questa impresa che potrebbe stravolgere il futuro dell’alimentazione. Un’impresa indubbiamente non da poco se si considerano le previsioni elaborate dalla FAO in merito al consumo di carne per i prossimi anni.

La domanda di carne nei paesi in via di sviluppo è in continuo aumento, una crescita dovuta al progressivo fenomeno di urbanizzazione e alla tendenza degli abitanti delle città a spendere sempre di più in cibo rispetto alle popolazioni rurali con reddito inferiore. I dati parlano chiaro. Il consumo medio annuale era di 10kg a persona negli anni ’60, la quantità è aumentata fino a 26kg a persona negli anni 2000 e si stima che essa raggiunga i 37kg entro il 2030³. In pochi decenni, quindi, il consumo di carne dei paesi in via di sviluppo arriverà ad allinearsi con quello dei paesi industrializzati, dove ormai la dieta comunemente diffusa include grandi quantità di proteine animali.

beyond meat coffee brand sostenibilità alimentareSe si considera l’incremento dei consumi di carne a livello globale, i dati appaiono ancora più eloquenti. 71 milioni di tonnellate di carne sono state consumate nel ’61, 300 milioni nel 2012 e nei prossimi vent’anni le stime della FAO indicano un raddoppio. Questa dieta non sarà in grado di sfamare l’intera popolazione mondiale. Beyond Meat è perfettamente consapevole di ciò e il primo livello che intende superare prevede proprio la smentita di queste previsioni.

La startup statunitense vuole riuscire a ridurre del 25% il consumo di carne a livello globale entro il 2020. Decisamente una bella sfida, soprattutto se si considera che al momento i prodotti con questo brand sono reperibili solamente negli Stati Uniti.

Tuttavia, la chiave del successo non è semplicemente rendere i prodotti fisicamente accessibili al consumatore. L’attuale limite geografico dei canali di distribuzione appare quasi banale se comparato alle articolate questioni che ruotano attorno al consumo di carne. Infatti, tale consumo varia enormemente nei vari paesi del mondo in relazione alle influenze sociali, economiche e politiche, in relazione alla religione e alle differenze geografiche, e questi fattori non devono essere sottovalutati. Indirizzare le abitudini dei consumatori verso il tipo di alimentazione chicken-free beef-free promossa da Beyond Meat non è semplice e, di fatto, si può definire un vero e proprio tentativo di conversione alla sostenibilità.

Per raggiungere il traguardo prefissato, è necessario che Beyond Meat svolga un’azione capillare di sensibilizzazione senza lasciare nulla al caso. Sì, decisamente una bella sfida. Imagine the Possibilities.

Anna Peron

 

¹ http://www.fao.org/news/story/en/item/197623/icode/

² http://beyondmeat.com/things-you-can-do-right-now-to-live-a-more-sustainable-life/

Why The Time to Go ‘Beyond Meat’ is NOW!

³ http://www.fao.org/docrep/010/ai407e/AI407E02.htm