110 e lode: il rovescio della medaglia.

 

110 e lode. Ultimamente questo numero mi assilla. Sarà perché, quando si arriva all’ultimo anno di magistrale le domande che ti senti rivolgere più spesso sono: “ma quando ti laurei?” seguita a ruota dall’immancabile: “da quanto parti?” Con le conseguenti discussioni sugli esami mancanti, la media ponderata e il conteggio delle lodi.

Il voto di laurea è infatti il pallino fisso di tutti coloro che si avvicinano all’agognato traguardo e uscire con 110 è  da sempre il risultato più ambito, considerato l’espressione di una perfetta carriera universitaria.

Recentemente però mi è capitato di ritrovarmi a pensare che cosa rappresenti, effettivamente, questo 110. Possibile che debba essere solo lo specchio della mera valutazione di una serie di esami (molti dei quali oltretutto discutibili)?

Senza dubbio è giusto che l’esito delle prove universitarie abbia un ruolo importante nella determinazione del voto finale, ma credo che non ci si dovrebbe limitare a questo.

Se penso ad esempio a Marketers Club, il gruppo studentesco di cui faccio parte, e a quello che ho imparato in questo anno e mezzo di attività, mi sembra assurdo che non conti niente per la mia carriera accademica.

attività extracurriculari

E non tanto perché a me cambi la vita uscire con 108 o con 110, ma perché se il voto finale deve essere la rappresentazione di quello che è stato il mio percorso universitario, beh, allora  ritengo che Marketers abbia avuto un ruolo fondamentale nella mia formazione e che mi abbia dato molto di più che un esame di Database qualsiasi.

Così come vengono premiati stage all’estero, lodi o esperienze Erasmus, credo quindi sarebbe giusto, nel punteggio complessivo, riconoscere eventuali attività extracurriculari sviluppate all’interno dell’Università, che abbiano attinenza con il corso di laurea.

Invece di dare due punti bonus ad una tesi con doppio correlatore (pratica di cui fatico a capire l’utilità), perché non iniziamo a dare due punti bonus a chi si impegna in qualcosa di concreto?

E come il mio, ci sono mille altri progetti che sono nati tra un esame e una pausa caffè e che credo che l’Università dovrebbe valorizzare e incentivare, non solo a vantaggio dello studente, ma anche dell’istituzione stessa.

E chissà che il fatto di poter partecipare ad attività come Marketers non possa diventare una determinante di scelta tra un’ Università e un’altra! 😉

 

Olga Baratto